I cinque ritorni a Catania di giocatori catanesi…
Il calcio dei giorni nostri è una macchina, che non guarda in faccia nulla e nessuno. Molti calciatori hanno vissuto il sogno di indossare maglie gloriose come quelle di Juventus, Milan, Inter, Manchester United, Real Madrid, ma solo in pochi hanno il sogno di giocare con la maglia della propria città , della propria appartenenza e fede calcistica, in questo caso… quella rossazzurra. Andremo infatti a stilare una top 5 di calciatori catanesi tornati appositamente per vestire la maglia del Catania.
1) ORAZIO RUSSO
Orazio Russo è il classico esempio di chi per amore della propria terra ha lasciato palcoscenici ben più blasonati, per ritornare a far urlare di gioia il “Cibali”. Orazio nasce a Misterbianco il 6 Ottobre 1973 e fin da piccolo calcia i primi palloni nel Battiati e successivamente nel 1989 veste i colori rossazzurri: di fatto la società etnea sborsa otto milioni di lire per averlo in squadra. Ruolo attaccante, ma durante la sua carriera viene utilizzato anche come ala sinistra. 1 marzo 1992 esordisce in Serie C1 al 68’ durante Catania – Nola e nella stagione successiva (1992-1993) è inserito in prima squadra. Come tutti sappiamo, nel 1993 il Catania venne escluso dal calcio professionistico e Orazio si accasa in quel di Lecce di mister Sonetti, in Serie A. Dopo 3 stagioni positive in terra salentina, torna in prestito a Catania nella stagione 1996-1997, formando il tridente offensivo Russo-Pannitteri-D’Isidoro, siglando ben 27 reti in 3. Ma il destino di Orazio Russo è ancora lontano dal rossazzurro: Spal, Savoia ed Acireale (dove vince un campionato di C2). Nel 2004, con l’approdo di Pulvirenti e Lo Monaco, Orazio ritorna per la terza volta a casa, stavolta con il Catania in Serie B. Dopo una prima stagione non esaltante, culminata con un dodicesimo posto, l’annata 2005-2006 rimarrà per sempre nella storia del Calcio Catania. Di fatto, con Pasquale Marino, la squadra etnea riesce ad arrivare seconda e quindi di accedere di diritto nel calcio dei grandi, in Serie A. Orazio contribuisce siglando tre reti, di cui una al Vicenza al “Massimino” al volo e che valse un pareggio d’oro per la formazione di Marino. Ad agosto Orazio lascia nuovamente la terra etnea e va a Padova in Serie C1, poi a Perugia e infine al Gela. Nel febbraio 2010 conclude la sua nostalgica carriera, ritornando a vestire quei colori che lui ama per l’ultima volta. Sinisa Mihajlovic durante Catania-Genoa lo getta nella mischia, 6.650 giorni dopo quel Catania – Nola, rilevando la fascia da capitano da un certo Peppe Mascara. Oggi Russo affianca Giovanni Pulvirenti nella conduzione della formazione Berretti, ove crescono giocatori pronti ad indossare quella maglia gloriosa che Orazio ha sempre onorato e amato.
2) FRANCESCO MILLESI
Ciccio Millesi nasce a Catania il 24 Luglio 1980 nel quartiere di Zia Lisa ed inizia a giocare a calcio fin da piccolo nell’oratorio dei Cappuccini a San Berillo. Il suo idolo e modello ideale di calciatore non era nĂ© Roberto Baggio nĂ© Diego Armando Maradona, ma un certo Loriano Cipriani. Un “catanese cca nocca” a tutti gli effetti. A 16 anni è chiamato dall’Atletico Catania, seconda squadra della cittĂ di Catania, in quel momento in Serie C1. Nel ’98 esordisce tra i professionisti, sempre in C1 e con l’Atletico. Per acquisire maggiore maturitĂ e sicurezza personale va a farsi le ossa nei dilettanti a Ragusa e a Barcellona Pozzo di Gotto con l’Igea Virtus. Proprio con la formazione messinese Ciccio Millesi ha il suo exploit e tra il 2000 e il 2003 è uno dei principali cardini del centrocampo dell’Igea. Zdenek Zeman nota le sue grandi doti di centrocampista e lo porta ad Avellino in Serie B. Sigla le sue prime reti in B ad inizio campionato ma poi si infortuna e conclude prematuramente la sua stagione, con la retrocessione degli irpini in C1. Nel 2004-2005 contribuisce alla promozione in B dell’Avellino con ben 10 reti e nella stagione successiva è titolare inamovibile a centrocampo. E proprio qui che si realizza il sogno di Ciccio, giocare con la maglia del Catania e addirittura in Serie A! Alla corte di mister Pasquale Marino, disputa 10 gare di massima serie, nove con Marino e una con Baldini, per poi essere ceduto in prestito allo Spezia in B nel Gennaio 2008. Nel 2008-2009, insieme a Giuseppe Colucci, accusa di mobbing il Catania e viene relegato per tutta la stagione in tribuna. Poi gira tra Salerno e Foggia e infine scende in C2, tornando a vestire la maglia dell’Avellino. Con gli irpini riesce a tornare in Serie B e Ciccio ha anche l’occasione di giocare allo Juventus Stadium in Coppa Italia contro la Juventus di Antonio Conte. Conclude la sua carriera in terra etnea con il Biancavilla in Eccellenza.
3) DAVIDE LANZAFAME
Qua trattiamo l’unico caso di un calciatore non nato a Catania, ma con il padre nativo della terra etnea. Infatti Davide Lanzafame nasce a Torino il 9 Febbraio 1987 e vive fin da bambino tutte le sue vacanze estive in quella afosa Catania che Davide adora. Una delle sue passioni è il calcio e infatti inizia a giocare nelle giovanili della Juventus come ala destra, dando via alla sua carriera nella societĂ piĂą tifata e odiata d’Italia. Nel settore giovanile bianconero fa faville, vince un campionato Berretti, un campionato Primavera e un torneo di Viareggio. Esordisce in Serie B con la Juve al “San Nicola” contro il Bari. L’anno dopo, proprio con i pugliesi in B, Davide riesce a mettersi in mostra, prima con Giuseppe Materazzi e poi con Antonio Conte. Nel 2008 la Juventus lo cede al Palermo, per via dell’affare Amauri, collezionando solo 9 presenze. A gennaio 2009 ritorna a Bari, contribuendo alla vittoria finale del campionato cadetto. Nella stagione 2009-2010 gioca nel Parma di Francesco Guidolin, risultando tra i migliori prospetti di quel campionato di Serie A. Nella stagione successiva torna a giocare con la Juventus e poi successivamente a Brescia, senza riuscire ad incidere in maniera particolare. Ma nel 2011 arriva la chiamata tanto attesa, quelle che anche un mezzo catanese non può rifiutare, quella del Calcio Catania. Lo Monaco lo abbraccia a Torre del Grifo nell’operazione che porta in rosanero Matias Silvestre. Nonostante il grande impegno, Davide gioca come riserva. Sigla la sua prima rete contro il Novara in Coppa Italia e poi in campionato riesce a siglare la rete del definitivo pari contro il Napoli al “San Paolo”. Dopo Catania, gira in prestito in Serie B tra Grosseto, Novara e Perugia. Successivamente nel 2016 si trasferisce in Ungheria, dove risulterĂ tra i migliori del campionato magiaro.
4) GIUSEPPE RUSSO
Altra storia romantica è quella di Giuseppe Russo, centrocampista classe 83’ con il sogno del cassetto di indossare i colori rossazzurri. Inizia a giocare a pallone nel Biancavilla e poi nelle giovanili dell’Atletico Catania di Franco Proto. Il Crotone nel 1999 lo rileva nel suo settore giovanile e nel 2001 Giuseppe esordisce in Serie B proprio con i calabresi. Nel 2003-2004 gioca nel Messina di Bortolo Mutti ma non trova spazio e quindi Maurizio Pellegrino lo chiama a Paternò per cercare di contribuire alla salvezza della società etnea in Serie C1, conclusa proprio con la retrocessione. L’anno successivo gioca a Rimini con Adrian Ricchiuti e nel 2005-2006 in B con il Catanzaro, insieme a un altro futuro rossazzurro come Giorgio Corona. Nel 2009 ottiene lo storico traguardo della vittoria del campionato di C1 con il Gallipoli, siglando ben 6 reti (suo record personale) in 33 presenze. Arriva la grande chiamata dell’Hellas Verona, rimasto inchiodato in C1. Nel 2011 la formazione veneta riesce a vincere i play-off contro la Salernitana e l’anno successivo è confermato anche in Serie B da mister Mandorlini. Nel 2012-2013 si accasa all’Ascoli, voluto fortemente da Massimo Silva, ma a fine anno i marchigiani retrocedono in Serie C. Nella strada di Giuseppe ci sono ancora Lumezzane in Lega Pro e Ternana in Serie B, con due ottime stagioni. Nel 2015, con la retrocessione del Catania in Serie C post scandalo “Treni del Gol”, realizza il suo sogno di giocare finalmente a casa sua con quei colori che ama. Ma mister Pancaro non lo schiera quasi mai nella formazione titolare e quindi nel gennaio 2016 svanisce il sogno, e Russo si trasferisce a Messina. Comunque sia non abbandona più la Sicilia, giocando prima a Siracusa in C e poi al Biancavilla insieme a Ciccio Millesi e Davide Baiocco. Nella stagione 2018-2019 gioca ad Acireale, senza però trovare spazio in prima squadra.
5) EMANUELE CATANIA
E per concludere, ma non meno importante, c’è Lele Catania, che pochi giorni fa ha realizzato il suo sogno di giocare nella squadra rossazzurra alla veneranda etĂ di 38 anni. Nasce a Catania il 15 Luglio 1981 e da bambino, come molti altri, ha una passione sfrenata per il gioco del calcio ed è tifoso del Catania. Di ruolo attaccante, anche se ultimamente ha giocato anche come ala destra. Presenza fissa in curva, vive il tracollo rossazzurro sotto la presidenza Attaguile in C1 e quella tremenda estate del 1993. Inizia il suo pellegrinaggio in tantissime squadre: comincia a giocare prima nel Palagonia e poi ad Acireale nel 2000, a quel tempo in C2 sotto la gestione Pulvirenti-Lo Monaco. Esordisce in Serie B con il Cosenza insieme a un certo Gigi Marulla, ma con i lupi non riesce a raggiungere la permanenza in cadetteria. Nel 2003 passa al Paternò di Pellegrino e gioca insieme a Giuseppe Russo senza ottenere la salvezza in C1. Tra il 2005 e il 2010 gioca a Taranto e Potenza in Serie C1 senza incidere particolarmente. La svolta della sua carriera arriva grazie a Gaetano Auteri, che lo chiama con sĂ© alla Nocerina, infatti nel 2010-2011 riesce a vincere il campionato di Serie C1, contribuendo con 10 reti. Viene confermato anche in Serie B, siglando ben 6 reti anche in cadetteria in 33 presenze. A fine anno i campani retrocedono in Serie C1. Nel 2012-2013 vince un campionato ad Avellino, insieme a Ciccio Millesi, siglando due reti decisive ai fini della vittoria finale del torneo. Nel 2014 scende di categoria e va a giocare in Serie D nell’Akragas di Pino Rigoli, vincendo il campionato con 13 reti messe a segno. Nel 2015 viene ingaggiato nel Siracusa di Andrea Sottil sempre in Serie D, insieme a Peppe Mascara e Davide Baiocco. In quattro stagioni in terra aretusea riesce a vincere un campionato di Serie D e nella stagione successiva a raggiungere i play-off per la promozione in Serie B. Nelle due seguenti stagioni riesce a salvare il Siracusa, grazie alle sue marcature sempre decisive ai fini del risultato finale. Il 9 luglio 2019 realizza il suo sogno, giocare nel Catania e con la speranza di indossare la maglia numero 46, per indicare il suo amore e la sua appartenenza per quei colori impiantati fissi nel DNA… il rosso della lava dell’Etna e l’azzurro come il cielo e come il mare…
Federico Rosa