Siamo nel 1968, il Catania e il Torino decidono di scambiare due giovani promesse.
A Torino va Zaccarelli mentre il percorso contrario lo intraprende un certo Luciano Limena.
Il ragazzo ci sapeva fare, era un bel prospetto. Il suo ruolo era terzino. Le sue due stagioni furono incredibilmente ottime e culminate con la promozione del Catania in A.

Siamo nel 1970 e le speranze di un intero popolo si mischiavano con le ambizioni di un giovanissimo che aveva in testa un bellissimo sogno. Il sogno iniziò subito con una sfida entusiasmante, affrontare la Juventus allenata da Armando Picchi e con giocatori del calibro di Capello, Bettega, Pietruzzo Anastasi, Furino.
Il Catania perse 1 a 0 ma Limena aveva già dimostrato delle ottime doti. Qualità che sarebbero sicuramente servite per raggiungere la salvezza. In quella partita riuscì a contenere gli attacchi juventini con la caparbietà del giovane ma la classe del veterano.
Fu titolare inamovibile per tutte le partite iniziali: Juventus, Vicenza, Fiorentina, Sampdoria e Varese… appunto Varese. In questa partita Limena subì un brutto infortunio. Una distorsione alla caviglia che lo bloccò per quasi un mese.
Le cure stavano facendo il loro effetto tanto che proprio nella trasferta contro il Bologna l’allenatore Rubino era convinto di convocarlo. Ma il buonsenso dei medici lo fecero desistere. Un bivio che purtroppo fece assumere alla storia un valore tragico.
Mentre la squadra era a Montecatini, per preparare la trasferta contro il Bologna, alle ore 23.15 sulla litorale che congiunge Ognina con Acicastello un giovanissimo Limena la percorreva in direzione Nord. Era solo e a bordo della sua Giulia Sprint GT. Poco dopo il ristorante “La Scogliera” perse la vita in un incidente.
Catania a 50 anni dalla morte non può dimenticare un giocatore vigoroso e valoroso, tecnicamente dotato e dalla visione moderna del ruolo del terzino.
Tutti lo rappresentavano come giocatore semplice e di poche parole. Timido e introverso.
A lui va il nostro ricordo ❤️💙🖤